È la volta di Carola Ducoli e del suo progetto “Rua das Oliveiras n°73”.
Parlaci un po’ di te.
Il mio nome è Carola, molto piacere. Sono nata nell’agosto del 1990 a Genova; cresciuta a Sestri Levante fino all’età di 19 anni. Da quando sono bambina il mio vero amore è sempre stato dedicato alla pittura e alla danza fino a che, intorno ai 16 anni, la fotografia ha fatto breccia in modo ancor più intenso in me, prima fondendosi e poi prendendo quasi la totalità della mia attenzione rispetto alle altre arti che amo vivere e praticare. Diplomata in Arte Applicata – Decorazione pittorica e Scenografica nel 2009, l’anno seguente mi sono trasferita a Milano per frequentare l’Istituto Italiano di Fotografia terminato nel 2012.
Sono 6 anni che la fotografia è diventata la mia unica occupazione, passione e professione.
Perché hai scelto la fotografia analogica?
Perché amo la materia, perché sono legata al mondo dell’artigianato e delle abilità manuali, perché amo la sua pasta e i suoi toni cromatici impossibili da riprodurre in digitale, perché vedo le mie immagini impressionate su un negativo in controluce e non in una cartella sparsa in chissà quale hard disk, perché ho solo 36 possibilità di scelta prima di dover cambiare il rullo, perché scattare in analogico è una commistione tra meccanica, chimica e magia, perché comporta maggiore attenzione e meno superficialità, perché appartiene alla nostra storia e al nostro passato e confido che non smetta mai di esistere. Inoltre, la fotografia analogica ha una resa che mi ricorda la pittura e i pastelli a olio… Insomma, mi appartiene davvero ed è aderente al mio modo di essere e vivere.
Parlaci del tuo progetto “Rua das Oliveiras n°73”.
Il progetto “Rua das Oliveiras n°73” è stato realizzato in Portogallo a Porto nel mese di marzo del 2015, ed è il progetto gemello di “Rua da Prata n°71” realizzato invece a Lisbona nello stesso anno ma 2 mesi prima. Questo progetto, come tutti gli altri da me realizzati avente come nodo saliente la tematica del viaggio, è per me un’importante analisi (non verbale) di come e cosa ho vissuto durante la magnifica esperienza del viaggio. Ovviamente, come si può intuire, le foto non appartengono al mondo del reportage, in quanto non descrivo qualcosa di specifico o un luogo analizzato a livello sociale, ma per lo più esprimono in modo se vuoi totalmente autoreferenziale il mio modo di percepire il paese e la località visitata. Progetti di questo genere diventano come dei flussi di coscienza espressi attraverso paesaggi naturali o urbani, talvolta popolati da piccole figure senza identità. Fra un po’ di anni vorrei realizzare una grande raccolta di tutti i miei progetti di viaggio, tessendo un unico enorme filo conduttore: la mia crescita.
Quali sono le tue macchine fotografiche e che pellicole utilizzi?
Le mie macchina fotografiche analogiche più amate sono la mia Yashica FX3, ereditata dal mio papà, e la mia Leica M6. Uso abbastanza spesso anche il medio formato Mamiya 645 Super e svariate Instant Camera tra Polaroid e Fuji, a breve vorrei portare in famiglia una bella biottica. Da collezionista ho un buon numero di macchine analogiche dagli anni ’20 in poi come la Comet, l’Instamatic, la Kodak Duflex, la Balda Baldessa, altre a soffietto, etc etc…
Adoro le pellicole Portra, le Ektar e le TMax, ma in realtà faccio incetta di rullini di ogni tipo ogni volta che posso.
Hai un fotografo preferito?
Ne ho parecchi ma forse il preferito è Ryan McGinley.
La fotografia che ti piacerebbe fare.
Eh, bella domanda. Non lo so onestamente, non saprei dirti se un paesaggio o un ritratto o un nudo ma sicuramente una fotografia emozionante, che mi emozioni e che possa regalare emozioni a chi ne fruisce.
Prossimo progetto?
Ho in mente numerosi nuovi progetti nella mente, alcuni solo abbozzati, altri già in programma, molti scritti nei miei mille quaderni e altrettanti ideati e dimenticati… ma forse ciò che vorrei di più è riuscire a portare avanti e ad approfondire progetti già iniziati che forse vale la pena articolare meglio. Mi riesce molto più naturale attingere dal mio immaginario e creare impulsivamente, mentre invece vorrei imparare il piacere dell’attesa e della gestazione.
Sito web: caroladucoliphoto.prosite.com | facebook.com/caroladucoliphotography | behance.net/CarolaDucoliPhoto | instagram.com/carola_ducoli_photography
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