Immaginate di chiudere gli occhi.
Provate a visualizzare una realtà totalmente diversa da quella a cui siete abituati.
Una realtà che non è sfuggita alla mano dell’uomo, nella quale è distinguibile il suo zampino, infatti, ne si intravedono gli scempi, ma anche le bellezze.
Si scorgono gli oggetti usati nella vita di tutti i giorni e quelli lasciati lì ad arrugginire.
Una realtà in cui a volte prevale anche la natura.
Tutto rigorosamente al crepuscolo, quando il cielo ha ancora un suo perché.
Avete quindi davanti ai vostri occhi questi scenari, che già fanno paura.
Ma, ora, dovete pensare di svuotarli, di eliminare da essi qualsiasi figura umana.
Ecco che queste visioni si animano di vita propria, l’uomo è un fantasma che ha lasciato delle tracce ed ora si è eclissato, lasciando spazio ad innumerevoli quesiti.
Il fotografo che ha ritratto questi veri e propri microcosmi è Alessandro Imbriaco, mentre Veronica Raimo è la scrittrice che ha risposto (oppure no?) , a suo modo, ai quesiti sorti durante la visione degli scatti.
Static Drama è l’ossimoro usato come titolo dell’incantevole progetto a quattro mani, realizzato nel 2010 a New York.
È un ossimoro perché i backyards ritratti dall’Autore hanno come filo conduttore il dramma domestico che, ben sappiamo, non può essere statico, qualunque sia la sua natura.
Ma la contraddizione del titolo non va oltre la semantica. Infatti, in termini visivi, funziona tutto alla perfezione.
La mostra è stata allestita negli spazi di Harlem Room, Via Porta Tenaglia, 1 – Milano – e sarà visitabile fino al 23 maggio.
Nella galleria è possibile anche acquistare il catalogo che raccoglie tutti gli scatti di Static Drama – con degli inediti non presenti nella mostra.
Inoltre, il catalogo è stato ideato e realizzato in formato cartolina, quindi dietro ad ogni scatto troverete i mini-racconti della Raimo.
Il tutto a un prezzo accessibile ed egregiamente meritato.
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