Mi fa immenso piacere iniziare questa rubrica con un articolo dedicato alla mia prima reflex analogica, la Olympus OM-10.
Prodotta dal 1979 al 1989 circa, si tratta di una macchina fotografica che lavora in priorità di diaframma, cioè il tempo viene misurato automaticamente in base all’apertura. Per controllare anche i tempi venne introdotto un accessorio, il “Manual Adapter” che si impostava spostando il selettore della sensibilità in posizione “M” (senza collegare il Manual Adapter, in questa posizione la OM-10 scatta ad 1/45 di secondo). Le altre due posizioni sono “A” (priorità di diaframmi) e “B” (la posa).
La sensibilità ISO che va da 25 a 1600 viene impostata tramite una ghiera che funge anche da correttore dell’esposizione, con una portata di tre diaframmi in più o in meno. Ha un mirino luminoso all’interno del quale abbiamo i LED anziché del consueto ago dell’esposimetro. I LED che dopo 90 secondi si spengono, lasciando però attivo l’esposimetro. Per riaccenderli è sufficiente esercitare una piccola pressione col dito sul pulsante di scatto.
La OM-10 funziona quindi a batterie, comunque dovessimo dimenticare di impostarla su “ON”, l’esposimetro e l’otturatore funzioneranno lo stesso, non sapremo solo il tempo con cui abbiamo scattato.
È dotata di un obiettivo 50mm f/1,8, molto luminoso con lenti di ottima qualità.
In fine, da non tralasciare, il design di questa macchina che a me personalmente affascina tantissimo, del tutto nuovo rispetto a quello delle due sorelle maggiori la OM-1N e la OM-2N.
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