Prima ancora di analizzare gli strumenti necessari allo sviluppo e stampa delle nostre fotografie, vediamo di analizzare quelli che sono gli accessori indispensabili nel campo della ripresa.
ESTRATTORE PER PELLICOLA FOTOGRAFICA
Serve essenzialmente per estrarre la pellicola da dentro il rullino, una volta che lo abbiamo riavvolto. È comunque da tenere sempre in borsa perché diventa indispensabile quando involontariamente abbiamo fatto rientrare la coda della pellicola prima ancora di esporla. A parte quelli elettronici che usano i laboratori, ne esistono di due tipi uno cosiddetto a linguetta, si chiama così perché utilizza delle linguette di plastica che entrano dentro il rullino e permettono il recupero della pellicola, il suo utilizzo è semplice anche se un po’ macchinoso. Diversi i vantaggi: si può utilizzare alla luce, non rompe il rullino, si può utilizzare come peso quando si carica per lo sviluppo (lo vedremo in seguito) e soprattutto permette di recuperare il rullino vuoto integro potendolo poi riutilizzare per ricaricare spezzoni di pellicola o pellicola a metri in bobina.
Il secondo tipo di estrattore è detto ad apribottiglia, in metallo e si usa come un vero e proprio apribottiglie. Rompe letteralmente il rullino quindi il suo uso è da effettuarsi esclusivamente all’interno di una camera oscura. Inutile nella borsa in quanto non permette l’estrazione della coda della pellicola ma di tutta le pellicola inserita nel rullino.
SCATTO FLESSIBILE
La maggior parte delle fotocamere a pellicola, utilizzano per effettuare gli scatti “in remoto” un cavetto in metallo munito di pistoncino che si avvita nella filettatura del pulsante di scatto e permette di scattare la foto senza toccare la fotocamera, riducendo a zero eventuali vibrazioni, specialmente in foto con lunghe esposizioni (approfitto per dirvi anche che fotocamere di alta fascia, proprio per ridurre le vibrazioni, hanno un apposito pulsante che permette il sollevamento dello specchio reflex in maniera separata dal pulsante di scatto).
Le fotocamere completamente elettroniche che non possiedono la filettatura per lo scatto flessibile utilizzano cavi di scatto del tipo elettronico.
I FILTRI
I filtri per la fotografia analogica sono pressoché identici (fanno alcune eccezioni) a quelli che si utilizzano per la fotografia digitale, non starò qui a farvi le differenze tra filtri rotondi o quadrati tecnicamente sono gli stessi, vediamo invece come i filtri possono influire sulla resa delle immagini nella fotografia analogica in bianco e nero.
Prima di fare ciò riassumiamo alcuni filtri “universali”:
FILTRO UV: utilizzato da molti, sempre montato davanti all’obiettivo a protezione della lente frontale (io personalmente ci metto il tappo quando non lo utilizzo e il paraluce come protezione agli urti). È un filtro neutro che serve essenzialmente ad assorbire le radiazioni ultraviolette e quindi a ridurre un po’ la foschia nelle foto di paesaggi (piccolo sfogo personale… non serve a nulla spendere 1000 euro per un obiettivo strepitoso con lenti di altissima qualità se poi davanti ci montiamo un filtro uv da 10 euro fatto di plastica).
FILTRO POLARIZZATORE: serve per eliminare i riflessi dalle superfici riflettenti, utile nei paesaggi in quanto, in determinata condizioni di luce, aumenta la saturazione dei colori e soprattutto del blu del cielo.
FILTRI ND: sono filtri grigi di diversa intensità, si utilizzano per far assorbire la luce, utili per realizzare foto con lunghe esposizioni anche quando le condizioni di luce non lo permettono.
FILTRI COLORATI PER PELLICOLE IN BIANCO E NERO
A che serve un filtro colorato se scatto una foto in bianco e nero? Vediamo subito.
Ogni tonalità di colore viene registrata sulla pellicola fotografica con una diversa densità di grigio; attenzione però alcuni colori danno tonalità di grigio molto simili al punto tale da quasi confondersi tra loro, per esempio il verde con il rosso.
Ed ecco che entrano in gioco i filtri colorati, che servono appunto a schiarire o scurire, in termini di tonalità di grigio un determinato colore.
Premessa, partiamo dal fatto che ogni filtro colorato schiarisce tutto ciò che è del suo colore e scurisce tutto ciò che è di colore complementare.
Ma vediamo meglio.
Nella tabella che vedete sopra sul disco esterno sono riportati i colori dei filtri, si passa poi alla sigla commerciale del filtro, fino al fattore di assorbimento (indica quanti stop di luce assorbe quel filtro — se utilizzate fotocamere con esposimetro incorporato il calcolo viene effettuato automaticamente dalla fotocamera).
Nella pratica i colori adiacenti al filtro utilizzato avranno tonalità di grigio molto chiare, quelli che si trovano nella parte opposta avranno una tonalità di grigio molto scura.
GIALLO
VERDE
ARANCIONE
ROSSO
BLU
GIALLO ARANCIONE
VERDE
ARANCIONE ROSSO
ROSSO
AZZURRO BLU
VIOLETTO AZZURRO
ARANCIONE ROSSO
AZZURRO VERDE
CYANO AZZURRO
GIALLO ARANCIO ROSSO
In pratica se sto fotografando un paesaggio con cielo blu e nuvole bianche, con un filtro rosso vado a schiarire il blu del cielo a renderlo quasi bianco in modo che si confonda con le nuvole, con un filtro arancione rendo il cielo grigio per evidenziare le nuvole, con un filtro rosso rendo il cielo quasi nero con nuvole bianchissime. Ecco perché nella fotografia in bianco e nero non devono mai mancare i filtri colorati.
Conosco molti fotografi che scattano sempre con un filtro giallo montato, perché di base avranno comunque un cielo grigio nei paesaggi, un viso più morbido nei ritratti.
Vediamo ora i vari filtri colorati come influiscono nella fotografia in bianco e nero.
FILTRO GIALLO: rende la curva di risposta spettrale della pellicola molto simile alla curva della visuale umana. Questo è il motivo per cui molti fotografi lo lasciano permanentemente montato sull’obiettivo. Nel paesaggio, provoca un moderato scurimento del cielo e una migliore leggibilità delle nuvole. Nel ritratto schiarisce i capelli biondi e castano chiari, schiarisce moderatamente la pelle e migliora l’equilibrio tonale.
FILTRO ARANCIONE: marcato scurimento del cielo. Se usato con neve tende talvolta ad ingrigirla. Scurisce la vegetazione di colore verde, ma crea effetti suggestivi in autunno, quando le foglie sono gialle, verdi e rosse. Nel ritratto schiarisce i capelli biondi, castani e rossi, schiarisce la pelle e ne nasconde i difetti.
FILTRO ROSSO: drammatico scurimento del cielo. La vegetazione appare nera sulla stampa. Nel ritratto il filtro rosso schiarisce i capelli castani e rossi e rende la pelle lattea, quasi evanescente.
FILTRO BLU: nel paesaggio rende il cielo latteo e fa scomparire le nubi. Lo usavano a volte i fotografi di architettura per evitare che la visione di un cielo “interessante” distogliesse l’attenzione dal soggetto principale.
FILTRO VERDE: nel paesaggio schiarisce i toni della vegetazione e ne amplia la gamma tonale. Nel ritratto “abbronza” la pelle e ne mette in evidenza i difetti: rughe, nei ecc. Scurisce i capelli biondi, rossi e castani.
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